giovedì 23 aprile 2009

Forse smetteremo di pagare l'energia elettrica del Vaticano

(da Repubblica.it) FOTOVOLTAICO
Il Vaticano avrà l'impianto solare più grande d'Europa


CITTA' DEL VATICANO - Il Vaticano avrà l'impianto fotovoltaico più grande del mondo ed il progetto è ormai alle fasi finali di studio. I lavori, se ogni nodo verrà sciolto positivamente, dovrebbero partire entro due-tre mesi per poi durare dai tre ai quattro anni. (...) Il prezzo dell'impianto sarà di 500 milioni di euro. Un progetto che costerà alle casse dello Stato della Città del Vaticano circa 500 milioni (...). Produrrà un quantitativo di energia pari a 100 MegaWatt, necessari non solo a soddisfare il bisogno dell'impianto radio, ma anche dell'intero stato e di circa 40mila abitazioni: il surplus verrà quindi venduto all'Italia.


N.B.: Che sia la volta buona che smettiamo di pagare noi cittadini l'energia elettrica che serve alla Città del Vaticano? Speriamo... ma ci credo poco...

sabato 18 aprile 2009

Era ora

(da Corriere.it) - «FINE PRIVILEGI REGIONI STATUTO SPECIALI» - «Basta con le Regioni a statuto speciale» ha anche detto Brunetta, commentando le critiche del sindacato valdostano Savt-Ecole sulla legge Gelmini e sulla legge Brunetta. «Tutte le Regioni italiane - ha precisato - saranno speciali, non ci saranno più privilegi». «Le Regioni a Statuto speciale - ha affermato Brunetta - sono istituzioni della Repubblica che per 50-60 anni hanno chi bene chi meno bene goduto di un vantaggio finanziario. Molti l'hanno usato bene, altri meno bene. Con il federalismo e il federalismo fiscale che stiamo realizzando avremo tutte regioni a statuto speciale. Si giocherà non più sui trasferimenti maggiori, ma sull'efficienza, la qualità, la trasparenza, la produttività. E saremo tutti un po' più equi. Che nessuno - ha aggiunto - strilli alla lesa autonomia, non si tratta di questo. Si tratta solo di redistribuire meglio le risorse della collettività».

N.B.: Finalmente, era ora, non credo che nessuno possa opporsi a questo...

sabato 11 aprile 2009

Andiamo bene....

Buenos Aires, un muro che divide
Costruzione separa ricchi dai poveri


(da Tgcom.it) Un muro che divide i ricchi dai poveri. Incredibile ma vero. E' lui, l'oggetto del contendere tra due comuni della provincia di Buenos Aires: un muro a protezione del ricco quartiere di La Horqueta, nel comune di San Isidro, da eventuali assalti del vicino 'barrio' povero, Villa Jardin. La costruzione dovrebbe essere alta tre metri e lungo 270, ed ha già scatenato polemiche di ogni sorta. L'ordine di costruire il muro è stato dato dal sindaco di San Isidro, Gustavo Posse, subito definito ''un atto fascista e xenofobo'' dalle autorità locali di Villa Jardin. ''Non è un muro'' è stata la replica di Posse, che ha puntualizzato: ''sono solo blocchi di cemento come quelli che dividono le carreggiate sulle autostrade''. Ma la misura ha già portato nella zona diverse decine di manifestanti anti-muro. L'idea del sindaco di San Isidro ha un noto, e recente, precedente in America Latina: qualche giorno fa una misura simile è stata presa anche dalle autorità di Rio de Janeiro, in Brasile, dove un muro è stato costruito per bloccare l'espansione delle favelas, anche se le autorita' locali hanno detto che la misura servirà solo a proteggere la vegetazione del bosco circostante.

N.B.: La cosa è alquanto preoccupante direi e nessuno ne parla più di tanto... come al solito...

venerdì 3 aprile 2009

Eolico: che qualcuno si stia svegliando?

(da Il Piccolo) Ansaldo punta su una centrale eolica nel Golfo

TRIESTE. Un impianto di produzione di energia eolica potrebbe sorgere nel golfo di Trieste con lo stabilimento per realizzarne i componenti situato a Monfalcone. Il progetto è stato illustrato ieri dai responsabili della Ansaldo Sistemi Industriali e della Società Bulloneria Europea al presidente della commissione infrastrutture del Consiglio regionale, Alessandro Colautti.Si tratta di piattaforme off-shore, per certi aspetti simili a quelle petrolifere, che consentirebbero la produzione totale di 30 megawatt di energia (il corrispettivo del consumo annuo di circa 10 mila famiglie) che verrebbero immessi nella rete distributiva parallelamente a quelli prodotti con le fonti tradizionali.

N.B.: Che sia la volta buona? Forse costerà più di quanto sarà preventivato, ma almeno si cominciano a sfruttare le risorse naturali che abbiamo nel nostro Paese. Resto solo in attesa delle opposizioni degli ambientalisti...