venerdì 3 ottobre 2008

Il futuro del giornalismo

(da Agendacomunicazione.it) - IL FUTURO DEL GIORNALISMO,LA CRONACA DEL CONVEGNO DELL'ORDINE DI MILANO

«Siamo pronti a una vertenza generale sulla libertà d’informazione che coinvolga, come protagonisti e soggetti del confronto, giornalisti, editori, centri media, agenzie di pubblicità e lettori-consumatori»: questa è la dichiarazione di Letizia Gonzales, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, a chiusura del convegno su “Il futuro del giornalismo. Le notizie, le idee, gli italiani, la pubblicità” che si è svolto ieri nell’aula magna dell’Università Statale di Milano.Il convegno (oltre 500 i partecipanti) è stato l’occasione per presentare i risultati di una ricerca scientifica che l’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha commissionato a Enrico Finzi di AstraRicerche. Lo studio demoscopico (il primo del genere in Italia) ha preso in esame tre filoni: l’immagine dei giornalisti tra i lettori, il ruolo di Internet e l’efficacia della pubblicità. I risultati della ricerca sono stati poi dibattuti in una tavola rotonda moderata da Enrico Regazzoni (Direttore dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Milano) con Lorenzo Del Boca, presidente Ordine nazionale giornalisti (“Oggi non è più il giornalista che cerca le notizia, ma sono le notizie che cercano il giornalista. Internet ha cambiato il “mestiere” e messo in difficoltà la nostra professione. Abbiamo di fronte una sfida che dobbiamo affrontare e vincere, ma la società civile dica se vuole un giornalismo omologato o se vuole ancora che il giornalismo sia cane da guardia del potere”), Maurizio Belpietro, direttore di Panorama (“siamo troppo autoreferenziali. Rappresentiamo un sistema di potere che parla al potere. Oggi c’è un’overdose d’informazioni, il lettore chiede di capire e di essere orientato”), Emilio Carelli, direttore di Sky Tg 24 (“Nostro obietivo è fare Tg indipendenti e non schierati: è l’unico modo per differenziarci. Su Internet si leggono troppo spesso delle bufale: è necessario verificarle, sempre. In questo senso il ruolo del giornalista va difeso a oltranza”), Giampiero Gramaglia, direttore Ansa (“è nostro dovere selezionare, scegliere e certificare le notizie. Per noi, poi, è tempestivo non chi dà per primo la notizia, ma chi sa mettere in evidenza gli elementi essenziali e certi”), Carlo Malinconico, presidente Fieg (“il numero delle copie vendute dai giornali è in continuo calo, ma la domanda e il ruolo del giornalista rimane fondamentale. La presenza di nuovi soggetti sul mercato deve essere interpretata come risorsa. Ma chi lavora in questo mondo ha ancora troppe barriere che coinvolgono il sistema, dalla produzione alla distribuzione”)....(da http://www.odg.mi.it/).


N.B.: Ho tagliato qualche commento per non farvi dolere troppo di aver deciso di perdere un poco del vostro tempo con questo blog. Quello che mi fa ridere è che tutti si interroghino sull'indipendenza dell'informazione quando ormai si sa benissimo che è sempre più difficile trovare l'imparzialità, ma a questo molti giornalisti sono stati costretti (anche i giornalisti devono mangiare). Ricordate: avere una tessera non significa saper svolgere al meglio un lavoro. Comunque guardando la situazione italiana, i giornali dovrebbero essere i contraltari del potere, dovrebbero tenere a freno i politici portandoli a fare il bene della gente, ma questo non è ormai più possibile. Perchè? Perchè prima di tutto tu che mi stai leggendo sono certo che oggi (mi scuso per chi invece lo ha fatto) non hai comprato nemmeno un quotidiano. Sì comprato, verbo strano, bruttino, ma indispensabile per avere l'indipendenza della comunicazione, ove sia ancora possibile. I piccoli, vecchi editori, vendettero agli attuali "squali" (Agnelli, De Benedetti e Berlusconi) perchè la gente non li seguiva. Un giornale deve potersi sostenere da solo (e qui posso essere in parte d'accordo col "Messia" Grillo), ma per farlo ha bisogno della gente. E' inutile rivolgersi ai giornali sempre e solo quando se ne ha bisogno e snobbarli quando non servono. Di questo passo la carta stampata libera non potrà più aiutare nessuno, perchè non esisterà più. Comprare uno o più giornali, leggerli da cima a fondo (perdendo anche due ore della propria giornata o sostituendo la visione di un reality con la lettura di un giornale), approfondire ogni argomento al meglio, magari anche usando fonti internet, può solo farci crescere e permettere all'editoria di non essere schiava dei grandi capitalisti.

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