lunedì 17 novembre 2008

Parliamo di sport - 3

VOLLEY (1) - Come promesso eccomi a parlarvi dello sport che in città ha sostituito il basket come importanza: la pallavolo. Solo vent'anni fa dire ciò mi avrebbe attirato antipatia e forse anche qualche bastonata, ma oggi è una realtà. Una realtà dovuta principalmente a due fattori: la "morte" del basket inteso come Libertas 1946 e il calo incrementale delle risorse che a Forlì si possono investire nello sport. L'impegno, la passione dei dirigenti, la crescita del movimento sono tutti bei pensieri che qualcuno potrebbe portare come appello e che potrebbe anche venire accettato, ma chiariamoci: se la "vecchia" Libertas fosse ancora in serie A probabilmente l'attuale Yoga avrebbe potuto al massimo ambire di starsene in A2.
Comunque passiamo oltre le ragioni di un'esplosione e guardiamo nel particolare. Nel settore maschile c'è una formazione che sta facendo comunque sognare i suoi appassionati: è quel Volley Forlì che ieri ha sconfitto Cuneo e che pare poter, se riuscirà a mantenere questo livello di gioco, restare nella massima serie. Se davvero ci riuscisse sarebbe un'impresa visto il budget non elevato e assicurerebbe alla città una vetrina di rilievo pesando solo in minima parte sulle casse comunali e già questo è un bel vantaggio. Per il resto va registrata la nascita della Fenice Volley grazie a un gruppo di ex-giocatori di alto livello che vogliono provare a dare al forlivese un'alternativa alla serie A per far crescere gli atleti giovani e dare spazio a chi nella massima serie non ha le qualità per andarci. Da segnalare anche gli sforzi di Sauro Altini, Villafranca e Federico Falcomer per rivitalizzare un settore che a basso livello è stato a suo tempo "falcidiato" dalla voglia di crescita di chi aveva più mezzi degli altri. Sì perchè se fino a qualche tempo fa c'era solo la Sammartinese (che ora ha mollato per evidenti problemi economici lasciando tutto in mano alla Yoga) a fare reclutamento nelle scuole fu "colpa" di quel Forlì che offriva offerte vantaggiose alle famiglie per portare a tutti i giovani virgulti della città. Per carità una mossa giustissima dal proprio punto di vista, ma che fa sorgere più di un interrogativo. Se fossero rimaste più società a occuparsi della promozione giovanile di questo sport non si avrebbero avuti più praticanti? Se un giovane dimostra talento e cresce e nella sua città ha una squadra di serie A dove andrà mai a giocare e/o a crescere: nella società di A della sua città o a Ravenna? Questo per sottolineare come a volte la concorrenza a tutti i costi non porta alla crescita sperata.
Con questo chiudo il capitolo sul settore maschile e vi do appuntamento a quello sul femminile dove non mancherà anche qualche bella "chicca" di gossip. Alla prossima e gustatevi questo bel video.

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