venerdì 14 novembre 2008

Parliamo di sport forlivese - 2

... BASKET - Eh Forlì... quanto ti sei cullata con il basket di serie A!! C'era passione, la città era tutta coinvolta, si respira pallacesto nell'aria, tutti si era andati al palazzetto a tifare e si era stati vicinissimi ad essere campioni di basket e poi...pof!... la squadra non c'è più. Era il 1999 un sedicente personaggio di nome Piero Paganelli decide che la sua opera di bene per Forlì è conclusa e vende la squadra a Sassari. Sassariiiiiii?!I!?!?! E la città (giornalisti compresi, il sottoscritto compreso) viene a saperlo oltre un mese dopo, i peggio informati anche due, e pare esserci il cataclisma. Centinaia di persone fanno sentire la propria voce, in serate e altri appuntamenti (potrei anche postare una mia foto d'epoca...), ma nulla.. la squadra se ne va e Forlì resta senza l'unica cosa che non le faceva pensare di essere un'ammasso si ex contadini senza terra. Di lì si è provati a ripartire con la Libertas Basket 80 e con la Fulgor che, dopo decenni di velenosissima rivalità, si erge a erede della storia della pallacanestro forlivese. Emerita baggianata alla quale qualcuno vuole credere: ma se cerco sempre di affossare ogni tua iniziativa sono forse un tuo alleato nella tua crescita professionale? Direi di no e il paragone calza a pennello ai due contendenti.
La Libertas 80 non ce la fa. I dirigenti sono pochi, i soldi scarseggiano e allora dopo un anno di B1 ecco la fusione con la Fulgor per creare la FulgorLibertas (alla faccia dell'unione d'intenti!!!). Adesso sì che la storia del basket di Forlì è rappresentata: la più acerrima rivale della Libertas Pallacanestro 1946 e i dirigenti che nel 1980 si staccarano contrari alla politica societaria dalla Libertas Pallacenstro 1946 per creare la Libertas Basket 80, uniti a portare il vessillo di "Prima squadra di basket della città". Affermazione che risuona ormai da anni e visto l'essere delle cose è anche giusta, ma a parte che la Libertas 1946 era un'altra cosa, per salire in A servono pressupposti societari solidi (non potrà sempre essere il Comune a pagare il giochino a certi personaggi) che non si vedono all'orizzonte e una città che sia in grado di amare se stessa.... Per la prima lacuna c'è rimedio, per l'altra servirà ancora qualche annetto....

Nella prossima puntata vi parlerò di volley e ce ne saranno delle belle

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