martedì 23 settembre 2008

Alitalia: Veltroni a Berlusconi: «Da Governo iniziativa»

(da Repubblica.it)- Roma - «Signor Presidente, la vicenda Alitalia rischia di giungere rapidamente ad un esito tragico. Le scrivo per rinnovare l'impegno del Pd a concorrere alla ricerca di una difficilissima soluzione positiva e per chiederLe di assumere immediatamente un'iniziativa volta ad uscire dalla paralisi che si e' determinata dopo il ritiro dell'offerta di CAI». Inizia così la lettera che il segretario del Pd, Walter Veltroni, ha inviato oggi al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «Noi del Pd abbiamo formulato un giudizio di durissima critica alle scelte da Lei operate», ma ora il Governo «può e deve superare questo stallo. Convochi dunque le parti, immediatamente, e determini un fatto nuovo: senza accettare nè veti nè soluzioni preconfezionate. Di fronte all'incombere del fallimento, il Governo non può dire di avere già fatto tutto quello che poteva, perchè non è vero. Signor Presidente, il tempo è pochissimo. Il Governo - conclude Veltroni - deve favorire con una sua iniziativa urgente il riposizionamento di tutti gli attori».

N.B.: A parte che ho sempre odiato i teatrini politici dove una cosa è sbagliata perchè la dice il mio avversario anche se è la cosa più giusta del Mondo, analizziamo la vicenda Alitalia. La compagnia di bandiera italiana è in crisi da diversi anni (non metto il numero esatto perchè qualcuno potrebbe offendersi), ma mai nessuno ha pensato a razionalizzare un'azienda dove spinte politiche, aiuti sindacali e sotterfugi vari hanno scavato anno dopo anno un deficit incredibile per volume. Ora siamo al punto di non ritorno. Dopo il tentativo lodevole di Prodi di vendere la "patata bollente" ai francesi, fatto naufragare dai soliti sindacati impegnati più a difendere le lobby che a pensare al bene di tutti i lavoratori, è toccato a Berlusconi provare a tappare la falla, magari facilitando qualche grande imprenditore nell'incremento del proprio patrimonio. In tutto questo, con piloti strapagati che si sono anche concessi il lusso di non scendere a miti consigli (ricordiamo che un pilota Alitalia, secondo le tabelle pubblicate da molti giornali, lavora molto meno di "driver" di compagnie non vicine al fallimento), arriva Veltroni che lindo come il bucato appena lavato sprona il Governo dicendo che non è stato fatto tutto. E' vero c'è una strada: fuori tutti, piloti, assistenti, personale di terra, ma soprattutto dirigenti politicizzati con stipendi d'oro. Cosa resta? Beh, le cose importanti: gli aerei e le rotte. Poi basta assumere tutto il personale che serve a costi più bassi (se vuoi lavorare ti accontenti e invece di 3.000 puoi incassare 1.800 euro e vivere ugualmente bene), ripensare alla copertura delle rotte interne (incassando quei soldi che gli aeroporti, e quindi dalle amministrazioni locali e quindi dallo Stato azionista di Alitalia, danno alle varie compagnie minori italiane ed estere) e razionalizzare gli stipendi di dirigenti spesso e volentieri inutili. Fattibile? Non lo so. Soluzione utopistica? Può darsi. Ma se destra e sinistra invece di battagliare solo a parole (perchè spero che nessuno creda ancora a due schieramenti contrapposti) lavorassero unite, forse questo Paese ricomincerebbe a camminare e l'alternanza servirebbe a qualcosa non solo ad assumere nuove segretarie ogni due-tre-quattro o cinque anni.

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